martedì 19 luglio 2016

I vantaggi fiscali degli investimenti in previdenza

contributi versati dai soggetti Irpef a forme di previdenza complementare sono deducibili dal reddito complessivo dichiarato ai fini reddituali fino a un importo massimo annuo pari ad € 5.164,57 Gli strumenti di previdenza che concedono la possibilità di poter beneficiare dell’agevolazione fiscale sono due:
  • piani pensionistici individuali (Pip);
  • fondi pensione.
Per usufruire della deducibilità ai fini Irpef dei contributi versati è però necessario rispettare alcune regole di seguito elencate:
  • nel limite annuo di € 5.164,57 rientrano tutti i contributi sia personali sia a carico del datore di lavoro;
  • il reddito da cui dedurre i contributi può essere di qualsiasi tipo (dipendente, autonomo, di impresa, ecc.);
  • non è obbligatorio versare anche il TFR ma, nel caso si versi, non rientra nel limite massimo di deducibilità;
  • è possibile dedurre anche i versamenti effettuati a favore di un proprio familiare fiscalmente a carico”.Infatti, qualora il familiare a carico non possa dedurre per intero i contributi versati la parte di contributo che rimane può essere dedotta da chi ha effettuato il versamento.
Al fine di godere della deduzione fiscale è necessario che il contribuente abbia un debito Irpef da pagare. Qualora vi sia incapienza la quota parte dei contributi versati e non dedotti non sarà tassata al momento della liquidazione della prestazione. Affinché ciò accada è necessario che il contribuente comunichi alla forma pensionistica complementare l’importo non dedotto in dichiarazione dei redditi. La comunicazione deve avvenire entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui è stato effettuato il versamento ovvero, se il diritto alla prestazione matura prima di tale data, entro il giorno di maturazione.

Per maggiori informazioni 
Caterina Savioli 324/8694104

Trova il tuo reddito lordo nella colonna di sinistra e scopri quanto sarà il tuo risparmio fiscale nella colonna di destra (da confermare con il dato preciso con il tuo consulente finanziario)

domenica 10 luglio 2016

Fondi comuni di investimento

Tutto nasce dai cosiddetti OICR – organismi di investimento collettivo del Risparmio – cioè strumenti finanziari, quali fondi comuni o SICAV (società d’investimento a capitale variabile), che permettono di investire nei mercati di capitali frazionando il rischio. 
I fondi comuni sono quindi dei prodotti finanziari, o patrimoni, detenuti da più partecipanti. Ogni risparmiatore può infatti acquistare una quota del patrimonio collettivo, diversificando, tra l’altro, i propri capitali tra i vari mercati, settori economici ed aree geografiche.
Esistono varie tipologie di fondi comuni, le più note ed utilizzate sono senza dubbio:
  • fondi azionari che investono almeno il 70% del portafoglio in azioni o in obbligazioni convertibili. Sono in genere più rischiosi, ma tendono a garantire guadagni maggiori rispetto agli altri e assicurano comunque oscillazioni inferiori a quelle dei titoli azionari semplici.
  • Fondi obbligazionari che investono prevalentemente in obbligazioni ordinarie e titoli di Stato. Sono meno rischiosi ma anche meno redditizi dei primi.
  • I fondi bilanciati che investono in azioni per importi che vanno dal 10% al 90% del portafoglio e hanno lo scopo di bilanciare le diverse forme di investimento in modo da ottenere prestazioni e profili di rischio intermedi fra quelli dei fondi azionari e obbligazionari.

mercoledì 6 luglio 2016

Polizze vita puro rischio

L'assicurazione sulla vita "puro rischio" è uno dei prodotti migliori oggi offerto dal mercato assicurativo. Si presta infatti a svariate necessità di sicurezza fra le quali:
  • garanzia per la famiglia nel caso di perdita della fonte di reddito;
  • garanzia per gli eredi in caso di mutuo ipotecario;
  • garanzia per il socio superstite nel caso di Studi Associati;
  • garanzia per l'azienda o lo Studio Professionale nel caso di perdita di un uomo/donna chiave;
Inoltre con la reintroduzione della tassa di successione la polizza Vita si presta a garantire il costo della tassa di successione in modo da non lasciare agli eredi il peso di questa tassa. 

Il contratto è estremamente semplice e prevede la corresponsione di un capitale scelto dall'assicurato qualora (durante la validità della polizza) si verifichi la morte per qualunque causa. 

I contratti di norma possono durare fino a 25 anni e possono essere annullati senza disdetta ogni anno dall'Assicurato. 

Esistono tariffe più vantaggiose per chi non fuma e la visita medica è prevista solo in caso di capitale elevato o età molto avanzata.