venerdì 14 aprile 2017

Investire in oro

Ci si può domandare se le sterline d'oro che i nonni compravano come regalo per i nipoti siano l'unico modo per investire nel metallo giallo.
Anche attraverso fondi comuni di investimento si può investire nel comparto in modo più flessibile poichè gli investimenti riguardano sia oro fisico, sia strumenti finanziari quali etf o future sia azioni delle aziende estrattive e della filiera della lavorazione e vendita dell'oro. Inoltre esistono fondi che fanno riferimento non soltanto all'oro ma anche agli altri metalli preziosi quali argento, platino e palladio.
Oggi è un investimento da considerare in quanto presenta alcuni vantaggi non trascurabili:
  • L’oro rappresenta un’arma di difesa contro uno scenario di persistenti tassi reali negativi pensando alle politiche monetarie espansive e al previsto maggior indebitamento globale.
  • protegge dagli effetti sulle principali valute
  • protegge dalla potenziale accelerazione dell’inflazione (fermo restando il rischio di shock deflazionistici)
  • L’oro è conveniente rispetto agli strumenti finanziari e al suo massimo storico corretto per l’inflazione (US$2.200 all’oncia);
  • L’oro è sottopesato dagli investitori privati e dalle Banche Centrali dei Mercati Emergenti;
  • Permane l’inelasticità al prezzo dell’offerta globale di oro, limitata dal punto di vista geologico;
  • La Cina ha il potenziale per essere un driver molto positivo per i prezzi dell’oro: lunghi sull’oro = view ribassista sulla Cina;
  • L’azionario aurifero continua a offrire valutazioni interessanti con significativo potenziale di rialzo considerando gli attuali prezzi dell’oro.

Per quali fondi scegliere .... chiedi al tuo consulente finanziario
Caterina Savioli 3341356640


lunedì 3 aprile 2017

I fondi di solidarietà

 I fondi di solidarietà assicurano un assegno ordinario nei casi di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa per cause previste dalla normativa in materia di integrazione salariale. In particolare, i fondi bilaterali, oltre alla possibilità di erogare prestazioni integrative di CIG e di disoccupazione e di contribuire al finanziamento di programmi formativi, possono prevedere anche assegni straordinari di sostegno al reddito ai lavoratori che raggiungano i requisiti previsti per pensionamento di vecchiaia o anticipato al massimo entro 5 anni (in altre parole prepensionamenti fino a 5 anni).
Ma quanto costa allo Stato questa forma di flessibilità in uscita e quanto incide sul reddito dei lavoratori questa soluzione? 
Tutti gli oneri di finanziamento dei fondi di solidarietà sono coperti dal versamento di una contribuzione ordinaria, di regola lo 0,5% della retribuzione dei lavoratori, di cui 2/3 a carico del datore di lavoro e 1/3 a carico dei lavoratori, e da più contribuzioni addizionali a totale carico del datore di lavoro.
Occorre specificare che i fondi, per espressa disposizione di legge, possono erogare prestazioni solo nei limiti delle disponibilità del proprio bilancio (che per obbligo deve essere in pareggio). In aggiunta, anche gli oneri per il funzionamento di questi fondi, compresi quelli che l’INPS deve sostenere per la loro gestione, sono a totale carico di ciascun fondo.
In sintesi, i fondi di solidarietà rappresentano una valida soluzione di flessibilità in uscita con penalizzazioni di reddito poco rilevanti per i lavoratori e a costo (quasi) zero per lo Stato.
Solo in via transitoria per il periodo 2017-2019, la Legge di Bilancio 2017 ha previsto un concorso dello Stato agli oneri sostenuti dai fondi di solidarietà