mercoledì 18 dicembre 2013

Banche sotto accusa

Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco ha richiamato le banche ad una maggiore attenzione al loro ruolo fondamentale di accompagnamento finanziario alle aziende produttive.
È un richiamo che testimonia della anomalie del settore bancario e dei suoi rapporti con il mondo produttivo.
In una fisiologia di rapporti, infatti, le banche cercherebbero di fare credito nella misura più ampia possibile, in quanto il credito sarebbe il mezzo per aumentare i ricavi e, quindi, gli utili.
E la Banca d’Italia frenerebbe gli eccessi per garantire la stabilità dei sistema creditizio.
Invece, ad avviso di tutti gli osservatori, sono le banche, da alcuni anni a questa parte, ad avere un ruolo frenante che non aiuta a superare la crisi e, anzi, aggrava la fase recessiva che l’economia italiana sta attraversando. 
Il motivo della anomalia è che con l’avvento della banca universale le aziende di credito non hanno più bisogno di finanziare le aziende per realizzare utili. Il mercato dei titoli, la gestione dei patrimoni la speculazione sui corsi di borsa sono settori che sono diventati preminenti nella operatività delle aziende di credito.
Ormai, molte banche, soprattutto di grandi dimensioni, sono da anni orientate al commerciale. La struttura organizzativa, la distribuzione delle risorse, i piani di formazione, la scala delle retribuzioni, le carriere, la ripartizione dei premi sono finalizzate a privilegiare i dipendenti impegnati nella vendita dei prodotti, mentre gli esperti di credito, che una volta costituivano l’élite della banca, oggi sono considerati con sufficienza e marginalizzati.
Il risultato è che, anche se volessero, molte banche difficilmente potrebbero da un momento all’altro tornare a svolgere il ruolo propulsivo che hanno avuto in passato.
La situazione è talmente consolidata che difficilmente può introdurre cambiamenti un richiamo, sia pure autorevole come quello del Governatore. 

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