giovedì 16 ottobre 2014

Causa per usura

Usura. La procura della repubblica vorrebbe archiviare l’inchiesta su un mutuo per la casa acceso a uno sportello di Banca 24/7, ma l’avvocato Davide Fent e l’Associazione europea consumatori indipendenti di Feltre hanno impugnato la richiesta di archiviazione. La parola passa al giudice per le indagini preliminari Vincenzo Sgubbi, ma ci sarebbero altri due casi più o meno uguali, sotto il martelletto del collega Giorgio Cozzarini.
Sette anni fa, un lavoratore dipendente feltrino aveva chiesto un finanziamento di 18 mila euro per una durata di sei anni e avrebbe dovuto saldare il suo debito in rate mensili da 250 euro, che significa un quarto dello stipendio. Non ha una grande disponibilità economica e può darsi che ne avesse girate anche altre di banca, prima di affidarsi a quella, che gli ha dato dei problemi.
Banca 24/7 Spa ha sede a Bergamo, è rappresentata da Ktesios Spa di Roma e il prodotto finanziario è trattato dall’agente di Opera Int.Fin srl, che ha la propria sede legale a Pordenone. Un paio d’anni dopo, l’uomo perde il lavoro, salvo poi trovarne un altro, a poca distanza di tempo. Non è un problema da poco, quando c’è in piedi un debito e i guadagni sono quelli che sono. L’altro evento che scatena il problema è la fusione di Banca 24/7 in Ubi Banca, di conseguenza cambia tutto. Un anno fa, il contraente bellunese si accorge che le condizioni sono molto più pesanti e allora chiede in prima battuta un parere tecnico e in seconda una consulenza più approfondita a uno studio vicentino.
Scatta una denuncia per usura al comando della Guardia di finanza. L’uomo chiede di essere tutelato dall’avvocato Fent ed elegge come domicilio la sede dell’Associazione europea consumatori indipendenti di Pedavena. Non sarà un’associazione conosciutissima, ma serve in situazioni come questa. Nel maggio di quest’anno, il pubblico ministero presenta una richiesta di archiviazione, sulla base del fatto che non emergerebbero responsabilità penali. Ma il legale feltrino risponde con un’opposizione alla richiesta formulata dall’accusa, chiedendo la prosecuzione delle indagini al pubblico ministero e al giudice di respingere la richiesta della procura. C’è stata anche una consulenza da parte di un perito, che però viene contestata. Anche per questo, le indagini non possono essere considerate esaurienti e ce ne vogliono delle altre, che non coinvolgano soltanto i documenti prodotti dalla Guardia di finanza e già spillati alla denuncia, ma anche altri documenti utili a chiarire la vicenda. Bisognerà capire se si tratta davvero di usura o no. Tocca proprio a Sgubbi accettare o meno la richiesta di opposizione all’archiviazione, oppure considerare chiusa la vicenda, una volta per tutte, seguendo l’indicazione dell’accusa.

sabato 11 ottobre 2014

Tassi d'interesse troppo alti in Italila

In Italia finanziarsi allo sportello costa ancora troppo, nonostante l’Euribor a tre mesi sia sotto lo 0,1%. Una recentissima analisi di Banca d’Italia rivela che ad agosto il tasso medio applicato, per esempio, alle famiglie che hanno fatto ricorso al credito al consumo si è attestato al 9,34%. Mentre per chi va in rosso sul conto il tasso medio è stato del 4,89%. Ancora, per le imprese non finanziarie che hanno chiesto prestiti fino a un milione di euro il tasso medio è risultato del 3,97%. 

Insomma, non sorprende che non ci sia la corsa di famiglie e imprese per chiedere i 23 miliardi di euro erogati alle banche dalla Bce di Mario Draghi in occasione della prima asta Tltro dello scorso settembre. Peraltro si tratta di finanziamenti concessi agli istituti di credito a tassi quasi nulli (0,15%) proprio per essere impiegati nell’economia reale. Logico quindi attendersi che i costi applicati a loro volta dalle banche ai clienti non siano alti. E invece no. D’altronde i tassi fissati per legge (a partire dai tassi effettivi medi di mercato, Tegm, rilevati trimestralmente dalla Banca d’Italia presso i singoli intermediari finanziari) al di sopra dei quali scatta l’usura arrivano ancora a superare il 24%.

È il caso per esempio degli scoperti senza affidamento fino a 1.500 euro, che per il quarto trimestre prevedono un tasso-soglia del 24,18% annuo. Ciò vuol dire che una banca potrebbe arrivare ad applicare tale costo del denaro senza ricadere nell’usura. Nei crediti personali i tassi massimi arrivano al 19,15%. E non va meglio a chi va in rosso con il fido. Le aperture di credito in conto corrente possono arrivare a costare il 18,525% fino a 5 mila euro, il 16,6% oltre 5 mila euro. Su livelli simili sono gli altri finanziamenti per famiglie e imprese: qui il tasso-soglia è fissato al 17,36%. Per gli sconti commerciali delle fatture si può andare oltre il 15%. I tassi medi applicati effettivamente sul mercato sono inferiori, ma restano comunque molto spesso a doppia cifra.

venerdì 10 ottobre 2014

Fondo per i mutui

Via al Fondo statale per i mutui prima casa. È stato firmato dal direttore generale del Tesoro, Vincenzo La Via e dal direttore generale dell'Abi, Giovanni Sabatini, il Protocollo di intesa per il nuovo Fondo di garanzia per la casa, previsto dal decreto interministeriale del 31 Luglio 2014, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 29 settembre scorso.

Come opera il nuovo Fondo 
Il Fondo è volto alla concessione di garanzie nella misura massima del 50 per cento della quota capitale di mutui ipotecari, di ammontare non superiore a 250mila euro, per l'acquisto (o l'acquisto con interventi di ristrutturazione e accrescimento di efficienza energetica) di immobili, non di lusso, da adibire ad abitazione principale del mutuatario.
Il Fondo, con una dotazione finanziaria di circa 650 milioni di euro, che potranno attivare circa 20 miliardi di euro di nuovi finanziamenti, rappresenta un importante strumento di accesso al credito per la casa a favore dei cittadini, oltre che un immediato impulso alla crescita attraverso il rilancio del settore immobiliare, anche sotto il profilo dell'efficienza energetica. Il Fondo sostituisce e amplia il raggio d'azione del vecchio fondo “Giovani Coppie”, ora non più attivo. 

Chi può fare richiesta 
Possono fare richiesta delle nuove garanzie tutti coloro che, alla data di presentazione della domanda di mutuo, non siano proprietari di altri immobili a uso abitativo salvo quelli acquisiti per successione mortis causa, anche in comunione con altri successori, e in uso a titolo gratuito a genitori o fratelli. Ferma restando la facoltà della banca di erogare il mutuo, è previsto un tasso calmierato (tasso effettivo globale - Teg non superiore al tasso effettivo globale medio – Tegm, pubblicato trimestralmente dal Mef) per le seguenti categorie: le giovani coppie (in cui almeno uno dei due componenti non abbia superato i 35 anni); i nuclei familiari monogenitoriali con figli minori; i giovani di età inferiore ai trentacinque anni titolari di un rapporto di lavoro atipico; conduttori di alloggi di proprietà degli Iacp, comunque denominati. Il Protocollo fissa tempi certi per l'operatività del Fondo: le banche/intermediari finanziari hanno trenta giorni lavorativi, dal momento della loro adesione all'iniziativa, per erogare il servizio ai cittadini, a patto che la Consap, società del Mef gestore del Fondo, abbia predisposto da almeno 30 giorni lavorativi il manuale d'uso per l'accesso delle stesse banche all'infrastruttura telematica.

Domande direttamente in banca 
Attivata la procedura, i cittadini potranno presentare le domande di accesso al Fondo direttamente alla banca/intermediario finanziario cui si richiede il mutuo ipotecario, utilizzando la modulistica che sarà resa disponibile sul sito del Dipartimento del Tesoro (www.dt.tesoro.it), sul sito della Consap (www.consap.it) e sui siti di tutte le banche/intermediari finanziari aderenti. Gli elenchi delle banche aderenti al Protocollo presso le quali sarà possibile richiedere le garanzie statali saranno disponibili sul sito della Consap SpA (www.consap.it), oltre che sul sito dell'Abi (www.abi.it).

giovedì 9 ottobre 2014

Gli strumenti del fisco

Sempre più spesso si sente parlare di controlli fiscali, tracciabilità dei pagamenti e banche-dati in mano al fisco per il controllo dei contribuenti. I tempi sono cambiati e l’Agenzia delle Entrate viaggia al passo con le nuove tecnologie. I “trucchetti” degli evasori sono stati sconfitti più che dal fisco, dai suoi computer. Infatti, è proprio attraverso gli enormi database in uso all’amministrazione fiscale che quest’ultima riesce a sapere tutto dei contribuenti e a procedere, poi, agli accertamenti fiscali.   Ma come è cambiata la strategia di controllo? Il vero passo in avanti del fisco è stato, più che l’impiego di nuovi strumenti informatici, il cambio di indirizzo che gli stessi hanno subìto. Per superare le storiche difficoltà nel contrasto all’evasione, infatti, il fisco preferisce ora pescare i redditi non al momento dell’entrata nel portafogli, ma all’uscita, all’atto cioè della spesa. A meno che, infatti, il contribuente non si chiami Paperon de Paperoni, il cui unico godimento era tuffarsi tra le monetine (ossia il risparmio), “i soldi ci sono per essere spesi”, per poterne godere (è questo, del resto, il concetto di ricchezza tassato). E dunque, prima o poi, quello che entra deve anche uscire.   Ad essere tracciato è allora il consumo: è lì che interviene la verifica e il confronto con quanto dichiarato dal contribuente in sede di dichiarazione dei redditi. Se tra i due dati vi sono evidenti sproporzioni (superiori al 20%) allora il fisco inserisce il soggetto in una black list (cosiddette “liste selettive”) e gli chiede chiarimenti. In questa sede, scatta l’inversione dell’onere della prova: il contribuente deve dimostrare di aver reperito i redditi in modo lecito. Diversamente è difficile scappare alle sanzioni tributarie ed, eventualmente, al reato di evasione fiscale.   Vediamo singolarmente quali sono i nuovi strumenti del fisco.   Innanzitutto, il centro nevralgico dell’Agenzia delle Entrate è l’Anagrafe tributaria, un maxi cervellone che, in realtà, è un portone di accesso a tutte le altre banche dati dell’amministrazione. Nell’anagrafe tributaria confluiscono le informazioni degli altri registri pubblici, affinché possano essere analizzati da software di riscontro e si possa verificare se, dal loro confronto, risultino contraddizioni e anomalie.   Per esempio, una di queste “porte” è il PRA, attraverso cui il fisco è in grado di sapere quante auto sono intestate al contribuente e quanto lo stesso paga di bollo auto. È inverosimile, per esempio, che un imprenditore su cui pesa un bollo annuo di 500 euro dichiari poi un reddito di 5000 euro (il 10% del reddito di un anno speso solo in tasse per l’auto risulterebbe contraddittorio).   Esiste poi l’Anagrafe condominiale: un registro tenuto dagli amministratori di condominio in cui gli stessi sono tenuti a indicare se, nello stabile, vi sono immobili concessi in locazione. In questo modo, il registro, consegnato al Comune, viene utilizzato per verificare se vi sia evasione nei contratti di locazione. Anche di ciò si serve il fisco per accertare eventuali redditi acquisiti in nero.   C’è poi l’Anagrafe dei conti correnti, esperienza che pochi altri Stati europei conoscono. Si tratta dell’obbligo delle banche di inviare, in tempo reale, all’Agenzia delle Entrate, tutte le informazioni su: apertura e chiusura dei conti correnti, saldo attivo o passivo, eventuali versamenti o prelievi. Insomma, tutto ciò che il contribuente fa dietro lo sportello lo sa anche il fisco.   Ma il vero potere dell’amministrazione, come già detto, è lo spesometro: lo strumento che consente di controllare tutti i consumi dei contribuenti superiori a una certa soglia.   Spese certe Tutte le volte in cui un’azienda vende un bene o eroga un servizio a un contribuente, e chiede a quest’ultimo il codice fiscale, il conseguente passaggio di denaro viene “schedato” e comunicato al fisco in tempo reale, affinché confluisca nel “paniere” dei consumi di tale soggetto e possa essere confrontato con il reddito da questi dichiarato.   Così, ogni volta che si stipula un’assicurazione sulla vita o sugli infortuni o malattie; ogni qualvolta si accede a un finanziamento o a un mutuo; ogni firma su un contratto di leasing o di locazione finanziaria: tutti i conseguenti ratei pagati mensilmente a titolo di canoni, di interessi passivi o di premi assicurativi vengono comunicati all’Agenzia delle Entrate. Anch’essi sono parte dei consumi “schedati”.   Ed ancora, le spese mediche per le quali il contribuente è sempre in prima linea a farsi rilasciare la documentazione necessaria alle detrazioni fiscali: anch’esse sono comunicate all’Agenzia delle Entrate in tempo reale.   Ci sono poi i contributi previdenziali pagati alle casse private (come quelle dei professionisti).   Insomma, mentre il contribuente apre il portafogli c’è un file pronto ad essere spedito all’Agenzie delle Entrate.   Spese per elementi certi Esistono poi delle spese che, pur non in possesso del fisco, vengono comunque presunte. Per esempio, il possesso di una casa particolarmente grande fa presumere all’erario che il contribuente paghi una bolletta elettrica elevata. È vero: la spesa della luce non finisce in nessuna banca dati, ma essa può essere desunta dalla dimensione dell’immobile. E così per quanto riguarda le altre utenze, la spazzatura e anche, ovviamente, le tasse sugli immobili.   Insomma, è davvero difficile, se non impossibile, che il piccolo-medio contribuente sfugga agli artigli del fisco. Ed oggi, tutto ciò è reso ancora più articolato grazie alla tracciabilità dei pagamenti che vieta l’utilizzo del contante per spese superiori a 999,99 euro.   - See more at: http://www.laleggepertutti.it/57018_tutti-gli-strumenti-con-cui-il-fisco-controlla-i-contribuenti#sthash.CqxRIAPy.dpuf

mercoledì 8 ottobre 2014

Mutui agevolati per giovani coppie e famiglie

Mutui agevolati giovani coppie e famiglie, una richiesta sempre più frequente, soprattutto in presenza di un quadro economico a tinte decisamente fosche. Eppure, per quanti desiderassero acquistare, ristrutturare o migliorare a livello energetico una prima casa, è in arrivo un apposito Fondo di Garanzia. Non è la prima volta che ne parliamo, ma lo scorso 29 settembre è stato pubblicato il decreto del Ministero dell’Economia, che chiarisce come siano stati stanziati 600 milioni di euro per tre anni (dal 2014 al 2016), proprio per coprire il 50 per cento dell’importo (purché il prestito non sia superiore ai 250 mila euro). E per l’accesso al finanziamento sono stati stabiliti criteri di priorità a favore di giovani coppie, single con figli e under 35.

Cosa dice il decreto

Le informazioni sono tutte contenute nel decreto del dicastero economico datato 31 luglio 2014, “Disciplina del Fondo di garanzia “prima casa” di cui all’articolo 1, comma 48, lett. C) della legge 27 dicembre 2013, n. 147”, dov’è anche indicato che la gestione del Fondo è attribuita alla Consap (Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici). Alla dotazione finanziaria potranno comunque partecipare anche Regioni ed enti locali, su base volontaria.

I requisiti dell’immobile

Non tutti gli immobili, ovviamente, potranno godere del finanziamento; nello specifico, saranno ammessi solo quelli adibiti ad abitazione principale, che non rientrino nelle categorie catastali A1, A8 e A9. Inoltre, chi contrae il mutuo non deve essere proprietario di altri immobili. Le operazioni di erogazione dei mutui garantiti potranno essere effettuate da banche e intermediari in base a un protocollo stipulato tra il Tesoro e l’Associazione Bancaria italiana (Abi).

Come si aderisce al Fondo?

Per poter attivare la garanzia, si dovrà fornire alla Consap una serie di documenti tra cui quelli attestanti l’avvenuta erogazione del mutuo al mutuatario. Entro 30 giorni dalla data di ricevimento della richiesta, la Consap – secondo l’ordine cronologico di ricevimento delle richieste – provvederà a corrispondere l’importo dovuto a banche e intermediari.
La garanzia verrà ovviamente meno se risulterà essere stata concessa sulla base di dati, notizie o dichiarazioni mendaci, inesatte o reticenti.

martedì 7 ottobre 2014

tenere sotto controllo i propri conti

Ormai sul web si trova di tutto: siti che offrono la possibilità di gestire il proprio conto e il bilancio familiare,calcolare il potenziale guadagno con gli investimenti, calcolare la rata di un prestito e in genere amministrare le proprie finanze. Tuttavia, è possibile anche effettuare queste operazioni in assenza di un collegamento Internet, e senza dover inserire dati sensibili sul web: basta scaricare i programmi giusti e operare tranquillamente sul proprio computer.
Oggigiorno è fondamentale tenere sotto controllo le proprie spese e il bilancio familiare. Avere un’app per vedere saldo e movimenti, così come consultare l’estratto conto del proprio conto corrente non è sufficiente, perché non consente di programmare un budget, controllare le uscite in ogni categoria, conoscere i rendimenti dei finanziamenti, gestire azioni, obbligazioni ed altri prodotti di investimento, etc.
Per queste finalità invece vi è un’interessante offerta di software per il bilancio familiare, molti di essi completamente gratuiti, che consentono di tenere sotto controllo le proprie finanze direttamente sul computer, senza necessità di una connessione Internet.Di seguito, vi proponiamo alcuni dei programmi per il controllo del conto corrente che abbiamo trovato in giro sul web.

giovedì 2 ottobre 2014

taglio tassi bce cosa cambia per i mutui?

Il taglio dei tassi di interesse è una delle novità principali:
  • il tasso BCE attivo passa dallo 0,25% allo 0,15% raggiungendo difatto il nuovo minimo storico: ciò rappresenta un piccolo risparmio per coloro che hanno stipulato un mutuo a tasso variabile BCE ma contemporaneamente uno svantaggio in termini di remunerazione per chi ha sottoscritto una polizza o un’obbligazione ancorata al tasso stesso (discorso analogo vale per i conti di deposito);
  • il tasso passivo, pagato alle banche che “parcheggiano” la loro liquidità nelle casse della banca centrale (noto come tasso di deposito overnight, trattandosi di operazione aventi scadenza il giorno successivo), diventa negativo (-0,1%) per la prima volta: in altri termini, le banche che vorranno rendere disponibile la loro liquidità dovranno pagare interessi anzichè riceverne e questo, almeno potenzialmente, dovrebbe rappresentare un incentivo a dare credito a famiglie e imprese.
Per favorire la concessione di mutui e prestiti, è stata resa disponibile una somma di 400 miliardi di Euro (nettamente inferiore ai 1000 miliardi del 2012) cui le banche potranno accedere nella misura massima pari al 7% dei propri impieghi al 30 aprile 2014; in altre parole, nelle prime aste che si terranno nei mesi di settembre e dicembre, un istituto potrà richiedere un prestito agevolato alla BCE (della durata di 4 anni) in base a quanto ha erogato: difatto rappresenta un’operazione cosiddetta di T-LTRO (targeted long-term refinancing operations) ovvero di rifinanziamento a lungo termine a favore delle banche da destinare alle famiglie e, in particolare, alle società non finanziarie del settore privato in modo da favorire la creazione di nuovi posti di lavoro. Altro obiettivo della manovra, necessario per favorire il rilancio dell’occupazione e la crescita delle imprese, è quello di aumentare la crescita dei prezzi (inflazione), deprezzando l’Euro nel confronto con le valute estere in modo da rendere nuovamente vantaggioso l’acquisto di prodotti del “vecchio continente” e aumentare significativamente le esportazioni.
Conclusa la breve analisi, non rimane che rispondere alla domanda iniziale: cosa cambia per chi ha stipulato un mutuo? Sarà più facile ottenere una somma per acquistare casa? Cosa attendersi per il futuro delle famiglie e delle piccole-medie imprese italiane? Il Presidente del Codacons Rienzi, ammonendo difatto la BCE per un ritardo di 18 mesi nella strategia di azione, ha stimato un risparmio di 72 Euro/anno per chi ha acceso in passato un mutuo di 100.000 Euro (durata 30 anni) e di 96 Euro per un mutuo di 150.000 Euro (durata 25 anni): una cifra quasi “impercettibile”, considerata anche la quota di mutui indicizzati al tasso BCE (circa l’1% del totale che vede coinvolte il 2% delle famiglie italiane). Inoltre, il valore dell’Euribor godrà anch’esso di una diminuzione – come già successo in occasione delle riduzioni passate – ma anch’essa genererà probabilmente un impatto molto contenuto sulle rate mensili, dato il livello minimo raggiunto (Euribor 3 mesi: 0,3%).
Le note positive, pertanto, dovrebbero arrivare dalle banche: il controllo della BCE sulle erogazioni – condizione necessaria per accedere ai fondi agevolati stanziati – dovrebbe portare ad allentare i cordoni delle borse ed immettere liquidità a disposizione dei privati, facilitando l’accesso al credito e riducendo gli spread applicati ai mutui; di conseguenza, il risparmio per i nuovi mutuatari potrebbe essere rilevante e contemporaneamente le operazioni di surroga dei contratti sottoscritti negli anni della crisi potrebbero compiere una nuova accelerata. Per concludere, però, occorre ricordare il prossimo stress-test del mese di ottobre cui saranno sottoposti i principali istituti di credito: in tal senso, quindi, la preoccupazione potrebbe portare le banche a una lenta ripresa delle erogazioni, rimandando tutto ai primi mesi del 2015