mercoledì 29 marzo 2017

Come si creano i fondi comuni di investimento

I fondi comuni di investimento sono costituiti da azioni e obbligazioni derivati e altri fondi comuni.
Come si scelgono questi strumenti finanziari?
Ogni gestore sceglie quello che si chiama lo stile di gestione.
Il gestore non coincide con la casa di investimento ma si tratta proprio del capo  (o dei capi) del team che effettua le operazioni giornaliere. Certo sono scelte grandi prese da esperti che dedicano la loro giornata solo a questo e che hanno una certa esperienza.
Spesso si basano sulla loro visione del futuro dell'economia, altre volte si dirigono verso scelte tattiche per operazioni di breve periodo. Questo dipende anche dall'orizzonte temporale che viene dichiarato in modo da poter dare un'indicazione ai consulenti e di riflesso ai clienti sul tempo di permanenza nel fondo perchè sia conveniente sottoscriverlo. Partendo quindi dal tempo a loro disposizione, scelgono i comportamenti da adottare.
Così ad esempio un fondo obbligazionario mirato al rendimento (cosiddetto high yield) curato da un gestore di una casa nordeuropea adotta un approccio diversificato in cui piccoli team più piccoli ognuno dei quali adotta una strategia diversa per creare continuativamente rendimento ai sottoscrittori delle loro quote.
Ci sono poi fondi più specializzati che possono mirare ad esempio di cercare il rendimento di singoli comparti. Si tratta di fondi tipicamente azionari che ad esempio possono dirigersi verso aziende che operano nel comparto ambientale e climatico. Qua la direzione principale viene già decisa al momento della costituzione del fondo e sarà poi più la visione del singolo consulente e investitore che decideranno se partecipare o meno.

venerdì 10 marzo 2017

Le elezioni del 2017

Questo sarà un anno pregno di appuntamenti elettorali in Europa subito dopo la scelta della Gran Bretagna di uscire dall'Unione Europea.
Il dibattito politico sembra incentrato su questo.
Le prime elezioni sono quelle nei Paesi Bassi dove un sondaggio di pochi giorni fa sembra comunicare a Bruxelles la volontà della maggioranza degli Olandesi di uscire dalla UE. Quanto siano affidabili i sondaggi in realtà ormai non lo sappiamo più, di certo un pochino bisognerà ascoltarli se continuiamo a farli fare.
In Olanda una figura di spicco è Geert Wilder - partito delle libertà. Anti euro, anti Islam, populista e amante di Twitter da cui lancia le sue provocazioni, Wilders  sfida l’attuale primo ministro Mark Rutte in un testa a testa ed è diventato dentro e fuori il vecchio Continente un esempio per molti altri populisti, da Matteo Salvini in Italia al presidente Donald Trump.
Wilder è ovviamente favorito dal malcontento. Ma quale malcontento c'è nei Paesi Bassi? Primariamente un tasso di disoccupazione che aumenta, problema a cui si somma quello delle aziende olandesi che trovano difficoltà nell'accesso al credito (circa il 12%), oltre ad avere il tasso più alto nella zona euro, escludendo la Grecia. Disparità poi si riscontrano a livello regionale con la disoccupazione ad esempio che tocca oltre il 9 per cento della regione di Groningeng , al confine Nord che potrebbe diventare una roccaforte per mr Wilders.
La realtà è che in Olanda di partiti ce ne sono 28 e vige il sistema proporzionale, pertanto dovrà essere formata una coalizione di governo che difficilmente potrà veder coinvolto Wilders viste le sue idee estremiste e, almeno in campagna elettorale, poco da compromesso come il formare una coalizione richiede.
Queste elezioni saranno comunque importanti per le reazioni che potranno suscitare nelle elezioni francesi di maggio.


martedì 7 marzo 2017

Trump prima e dopo il voto

Tutti siamo stati colpiti dalla durezza delle dichiarazioni della campagna elettorale statunitense e tutti abbiamo assistito alla moderazione dei toni di Trump nonostante qualche exploit di tanto in tanto.
Erano tutte dichiarazioni elettorali che piano piano verranno dimenticate? Oppure Donald sta solo cercando di prendere tempo mentre prende visione e impara il duro ruolo del Capo del Mondo?

Una piccola panoramica del prima e del dopo .... finora!


lunedì 6 marzo 2017

La Brexit si fa sentire anche sui fondi comuni di investimeto

Quando si parla di Brexit si pensa alla risposta dei mercati prima al referendum, poi alla data di uscita ora ai negoziati. Sui mercati e sulla valuta ovviamente.
Gli effetti si estendono anche a posizioni giuridiche in attesa dei negoziati.
Alcune Sicav oggi hanno sede in Gran Bretagna e di conseguenza britannici sono anche i corrispondenti Fondi Comuni di Investimento. Non si sa se ci saranno effetti per loro, ad ogni modo già solo questa incertezza provoca i primi effetti sulla casa di investimento M&G.

M&G Investments annuncia oggi la propria intenzione di lanciare entro marzo 2019 una nuova famiglia di fondi SICAV lussemburghesi.  

Questa gamma di SICAV includerà fondi che mirano a seguire le stesse strategie di investimento dei fondi aperti britannici di M&G detenuti da investitori europei.  

M&G sta inoltre costituendo una nuova struttura giuridica in Lussemburgo composta da due entità: una società di gestione che è sia gestore di UCITS, sia gestore di fondi di investimento Alternativi (AIFM), e una società dedicata alla distribuzione dei fondi e dei servizi della società di gestione lussemburghese.

venerdì 3 marzo 2017

Gli sviluppi nell'economia mondiale

La globalizzazione ci fa scambiare merci in tutto il mondo, nondimeno anche gli investimenti sono globalizzati.
Per questo è importante seguire tutto quello che succede nel mondo e cercare di definire i trend.
Come consulente finanziario ho la fortuna di potermi interfacciare con diversi gestori e sentire le loro sensazioni sul futuro.

Ne condivido qualcuna con voi